5 novembre 2020.
I BAMBINI E LA FILOSOFIA
Esperienze, storie e ricerche
“Questo libro è il racconto di un incontro tra una bambina e un filosofo, ma se è più o meno scontato che il filosofo posso essere io, quella bambina sono tutti i bambini e le bambine che ho incontrato e che continuo a incontrare.”
Così Nicola Zippel ha descritto il suo libro “Iride è caduta nel pozzo” durante l’incontro “I bambini e la filosofia” che si è tenuto giovedì 5 novembre in diretta sulla pagina Facebook di MIMebù, in occasione del Mimesis Festival 2020.
Con lui hanno dialogato Sara Gomel dell’associazione Filò, Dorella Cianci dell’Università LUMSA e Massimo Iiritano presidente dell’associazione Amica Sofia.
Filò e Amica Sofia sono due associazioni che si occupano di promozione del dialogo filosofico nelle scuole e nella società, proponendo alla cittadinanza occasioni formative e laboratoriali per praticare la filosofia dialogica.
Nicola Zippel, docente di filosofia nei licei, ha sviluppato un metodo originale di insegnamento con i bambini, che unisce l’aspetto storico alla discussione filosofica, raccontando la nascita della filosofia attraverso la vita e il pensiero dei filosofi. Dalla sua esperienza quasi ventennale è nato “Iride è caduta nel pozzo”, un viaggio nel pensiero greco antico narrato in forma di dialogo tra una bambina curiosa e un giovane filosofo.
Nella prima parte dell’incontro l’autore e i suoi compagni si sono interrogati sull’importanza della filosofia per i bambini e hanno parlato della loro esperienza di insegnanti. Nicola Zippel ha proposto un intrigante paragone tra la filosofia stessa e i bambini: essa è irriverente, curiosa, chiede sempre il perché di ogni cosa proprio come i bambini. Compito dell’insegnante deve essere, a suo parere, non quello di semplificare le dottrine dei grandi pensatori, ma di porre il pensiero filosofico come una possibile risposta alle tante domande che i bambini si fanno ogni giorno.
Molto interessante è stato l’intervento di Massimo Iiritano che ha sottolineato come fare filosofia con i bambini permetta di ritrovare il senso vero della filosofia che nelle accademie, a volte, si va a perdere tra manuali e tecnicismi. Il valore del fare filosofia con i bambini è proprio il suo essere sorprendente, inaspettato, cosa che permette di aprire ogni volta, in maniera inaspettata, nuovi orizzonti filosofici. Sulla stessa linea di pensiero si è posta Sara Gomel che ha evidenziato come fare filosofia con i bambini sia un tornare alle origini, partire, aristotelicamente parlando, dalla meraviglia per farsi delle domande. Fare filosofia con i bambini è prima di tutto la pratica di farsi domande insieme, e quelle che si pongono i bambini, quando sono condivise, acquistano tutto un altro significato.
Dopodiché la conversazione si è spostata sull’importanza della scoperta della Natura, ricerca che era fondamentale per i filosofi antichi e che risulta molto difficile per i bambini moderni abituati a vivere in città. Gli interlocutori hanno notato come, quando si propone agli scolari di riflettere sull’importanza degli elementi naturali, è quasi immediato che questi li riconducano a loro stessi con risposte del tipo: “Senza l’aria non potremmo vivere”. Compito dell’insegnante in questo caso è quello di riuscire a far pensare una Natura senza l’essere umano, come un’entità a sé.
Infine, il dialogo ha toccato un punto molto interessante: come viene affrontata la filosofia per bambini nel panorama editoriale?
Illuminante è stata la risposta di Massimo Iiritano secondo cui ci sono 3 generi di libri che parlano di filosofia per bambini: i libri che raccontano esperienze di filosofia con i bambini, i racconti, gli albi, i romanzi che possono essere utilizzati per fare filosofia per bambini e, infine, ci sono quelli che tentano di raccontare la storia della filosofia e i filosofi con un linguaggio narrativo adatto a un pubblico non specialistico, Nicola Zippel è riuscito molto bene in questo.
L’incontro si è concluso con la consapevolezza per tutti i partecipanti che pur nella differenza dei metodi educativi e d’insegnamento, ogni esperienza condivide con le altre l’idea che il bambino possieda quella capacità di riflettere e meravigliarsi che costituisce la base del pensiero filosofico.